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Cura dei tumori: i nuovi farmaci


Sono stati registrati risultati incoraggianti nella terapia di alcune delle forme cancerogene più diffuse, quali il tumore al seno, al pancreas e al colon.



Al 41° Congresso dell’ASCO (American Society of Clinical Oncology), tenutosi in questi giorni a Orlando, sono state presentati i risultati degli ultimi studi sulle terapie farmacologiche per il tumore al seno, al pancreas e al colon retto.



Innanzitutto si è parlato di nuove speranze per le donne colpite da tumore al seno: le novità vengono da trastuzumab, un anticorpo monoclonale che ha dimostrato di raddoppiare la sopravvivenza a lungo termine delle donne affette da carcinoma mammario HER2-positivo in fase metastatica, nonché di diminuire del 46 % il rischio di recidiva tra le pazienti che presentavano la stessa forma di tumore in fase precoce.



Buone notizie anche per le donne che sviluppano metastasi ossee in conseguenza di un tu-more al seno: l’ibandronato, un farmaco recentemente approvato in Italia, è risultato altrettanto efficace nel contrastare il danno osseo rispetto alle terapie endovenose attualmente in uso ma, a differenza di queste ultime, può essere assunto per via orale. Un bel passo avanti in termini di qualità della vita delle pazienti.



Altri due studi hanno dimostrato che trastuzumab, in combinazione con un particolare regime chemioterapico, assicura il 52 % di riduzione del rischio di ritorno del carcinoma mammario e il 33 % di riduzione del rischio di morte.



Novità anche a proposito di tumore al pancreas e al colon retto: grazie a due nuove chemioterapie orali sarà possibile fare a meno di ricoveri frequenti in ospedale, cicli di cura debilitanti, applicazione chirurgica di cateteri venosi e uso di dispositivi di infusione.



Secondo gli studi effettuati e presentati al congresso, il farmaco erlotinib, assunto giornalmente per via orale e utilizzato insieme alla chemioterapia, migliora del 23,5 % la sopravvivenza dei pazienti con tumore al pancreas, una neoplasia spesso molto resistente alla chemioterapia e alla radioterapia.



L’altro farmaco, capecitabina, si candida a diventare il trattamento standard nella terapia adiuvante del tumore al colon grazie ai dati che ne comprovano uguale efficacia rispetto alla chemioterapia per endovena, insieme a un miglior profilo di tollerabilità e praticità di somministrazione.
Inoltre questo farmaco orale chemioterapico ha dimostrato una maggiore capacità di ridurre il rischio di recidiva.



Si offre così ai pazienti la possibilità di trattare il tumore del colon con una terapia orale con efficacia pari a quella tradizionale, ma con minori effetti collaterali.

29/06/2005

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